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Immigrazione, Volontariato, Legalità. Il progetto del gruppo SVS Nati per Comunicare realizzato con le scuole

La mattina di martedì 26 aprile è stata dedicata ad un approfondimento sui temi proposti dal concorso “Immigrazione, Volontariato, Legalità” promosso dal Gruppo SVS Nati per Comunicare. Nell’Aula Magna della scuola media G. Borsi, gli alunni hanno letto alcune storie da loro elaborate dopo il percorso di approfondimento previsto dal progetto. Al termine si è svolta la premiazione, delle classi che hanno presentato gli elaborati, alla presenza della presidente Marida Bolognesi, della dirigente scolastica Maria Giusti e di un rappresentante del gruppo Nati per Comunicare.

La Società Volontaria di Soccorso quest’anno, tramite i volontari del gruppo Nati per Comunicare, ha bandito un concorso dal titolo: “Immigrazione, Volontariato, Legalità” per l’anno scolastico 2015/2016.
Sono più di 125 anni che la SVS è vicina ai cittadini che hanno bisogno, e sono più di venti anni che il gruppo Nati per Comunicare segue i ragazzi migranti nel loro percorso scolastico, di integrazione, di solidarietà, di uguaglianza, dando valore al senso civico, al rispetto delle regole della convivenza e della legalità.
Questo progetto è nato con due obiettivi: venire in aiuto alla scuola nella complessa realizzazione di questo progetto e stimolare gli studenti ad una riflessione su un argomento attuale e a volte drammatico. Le scuole Borsi, con la loro lunga esperienza di accoglienza, hanno visto nel progetto una condivisione dei nostri principi.
Il progetto ha portato i ragazzi ad immaginare la partenza dei profughi, ad ascoltare direttamente dalla loro voce storie cariche di sofferenze e di distacchi dalle persone care, a vedere alcuni degli oggetti ritrovati sulle spiagge di Lampedusa, appartenuti a migranti dei quali non sapremo mai il nome. Al termine di questo lavoro abbiamo chiesto a ciascun alunno di scegliere un oggetto e provare ad inventare una storia legata al suo proprietario e al percorso fatto per arrivare sull’isola.
Da queste riflessioni è nato un libro fatto di piccole storie, storie toccanti, a volte crude, ma molto verosimili. Speriamo che questo lavoro sia servito agli alunni per maturare un’idea diversa rispetto ai migranti, affinché non siamo più considerati come invasori, ma persone bisognose di essere accolte.

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